sabato 23 marzo 2013

Il delitto del pesce elefante



Simone Pozzi era uno studioso di pesci e dopo aver preso alcuni pesci elefante dal fiume Zaire ricostruì nell’acquario di casa sua un habitat simile al loro e incominciò a osservarli.
Due ore dopo fu trovato morto e insanguinato allora fu chiamato l’investigatore Leo, che andò subito nel luogo del delitto. Nella stanza c’era un acquario gigantesco con due pesci elefanti, lui era insanguinato da tutte le parti e giaceva vicino all’acquario, a terra una statuina raffigurante un guerriero, un libro di animali e uno di pesci con la pagina del pesce elefante stappata, due pinne da sub e una sciarpa di pelliccia.
Leo capì subito che i sospettati erano Marco Pisa, appassionato di pesci, Luigi De Carlo, custode di un museo, Joe Brown, famoso subacqueo, Chiara Rossi, moglie di Simone, infine Gianni Verdi, appassionato di animali. Leo interrogò per prima la moglie di Simone ma dimostrò di essere innocente mostrando lo scontrino di un supermercato. Allora interrogò il signor De Carlo ma disse che stava lavorando ed era così. Tutti avevano alibi dimostrabili tranne Marco Pisa e Joe Brown. Inizialmente Leo pensò che era stato Joe perché era molto invidioso di Simone, ma poi si accorse che era stato Marco Pisa, perché la rivalità di sfida sui pesci tra loro portò uno a uccidere l’altro. Quindi Leo ammanettò Pisa e lo arrestò. Leo aveva capito il movente e Pisa gli spiegò il piano: lo aveva stordito con le pinne, gli aveva sbattuto in testa il libro di animali, tolto la pagina del pesce elefante per ferirgli la mano e con la statuetta ucciso. La sciarpa di pelliccia non c’entrava nulla, era solo stata dimenticata lì dalla moglie

2 commenti:

  1. è un racconto molto bello. l'ho letto per primo e mi ha fatto venir voglia di leggere anche gli altri.. aile

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  2. Bravo Giacomo!!!!! Sei bravissimo!!! Mi raccomando scrivi altre storie!!! Zia laura

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